martedì, maggio 30, 2006

eclissi di voce

Riemergo dall'oblio.
Per un battito d'ali, un respiro, e niente più.
E poi di nuovo in basso. In fondo. Giù.
Nel girone dei curiosi ad espiare le colpe,
placare le passioni.

Un saluto, un addio.
Ma non giunge voce.
Ma non giunge luce.

In questo giorno di eclissi
lentamente scivolo,
in fondo al cassetto dei sogni stanchi.

Mauro

martedì, maggio 23, 2006

dama

Sarà... ah
Sarà... ah
Sarà.
Calpesto il selciato giocando a dama con l'altro io.
Perdo sempre.

Mauro

giovedì, maggio 18, 2006

appetiti


Placido, inerte.
Muscolo contratto pronto alla picchiata.

Appollaiato come un'aquila sulla cruna dei miei pensieri.
Osservo, scruto.
Sguardo proteso sulla valle ed ancor più in là.

Una preda, una meta.
Che io appaghi al più presto appetiti e necessià.

Mauro

giovedì, maggio 11, 2006

non ora, non qui

Vuoto.
Privo di forza e volontà.
In questo giorno che vorrei non fosse.
Eppure è qui.

Mauro

venerdì, maggio 05, 2006

il luogo comune


Il luogo comune è un ampio salone, con il camino in marmo e i mobili liberty.
Un'ampia vetrata e la biblioteca di rimpetto, dove il sole si adagia nelle calde sere d'estate.

Il luogo comune è un prato fiorito, con un'antica quercia e l'odore di rugiada.
Una pineta a confine, un cigno ed il suo stagno, e frutti di sottobosco pronti alla raccolta.

Il luogo comune è una fiordo solitario, con un relitto rovesciato sulla spiaggia acciottolata.
Il sole basso e stanco, e uno scoglio all'orizzonte ad aspettare la sua sirena.

Il luogo comune è una cara amica, con cui danzare sotto la luna e parlare del tempo che farà.
Ore spese in compagnia, di una carezza mancata e quel che non sarà.

Il luogo comune è pacificare il cuore. Generalizzare, globalizzare e quindi banalizzare.
Uscire dal cosmo personale e sentirsi partecipi del tutto, che soffre e somatizza insieme a noi.

Perché nel luogo comune, la regola è "mal comune, mezzo gaudio"...

Mauro

giovedì, maggio 04, 2006

cedimenti

Sbilanciamento. Brusco, rapido.
Spostamento asimmetrico del tronco.

Pericolo. Labile equilibrio.
Veloce evolve in cedimento strutturale.

Cado. Si tende l'arto a parare il colpo.
Urto la terra, con tutta la sua forza.

Pesa. Schiaccia.
Ossa, carne, ma non la volontà.

Mi rialzo. Ce la faccio.
Elevo lo sguardo, cammino e risalgo la curva. Sono vivo.

Siamo tutti giocolieri. In equilibrio precario su una sfera che ruota.
Cadere e risalire... Ciclo divino da cui non si fugge.
Se non con la morte.
Mauro

lunedì, maggio 01, 2006

epistola

A Michele
Eccomi qui,

senza pesce ne' porchetta.
Ne' semi di fava, ne' dolce nettare scuro
per lenire l'ansia e far respirare gli istinti.

Nel dì di festa, tra il vociare e le risa.
Poesia e bestemmia, celebrazione di vita.
Dipinto ad olio e vino.
Colori brillanti, ricordi sbiaditi.

Tra un delirio e un riflesso, mi unisco a te.
In un unico, infinito, seppur immaginario, brindisi alla vita.

Consapevolezza, "Solo per pazzi".
È scalando i piani della fantasia che si giunge alla pazzia...
Ciò non mi salverà.
Salirò. Ancora. È quello che devo fare.
Finché il cuore continuerà a pulsare.

Primo di maggio, primo di tutto l'anno.

Mauro